20140703

LA STANZA DELLE OMBRE MALVAGIE di J. Kramsky, Gallucci Editore - di Valentina Pellizzoni

Questo libro racconta di Nicchio, ragazzino appena arrivato nella sua nuova città, Sghimberlate (perché mi ricorda qualcosa?), e di tutto quello che gli succede a causa del suo nuovo trasloco e anche a causa del mancato trasloco di una stanza della sua nuova casa, ancora arredata coi macchinari del Dottor Valpurgis, Veterinario Sperimentale.
Nessuno osa entrare in quella stanza, perché? Cos'è quell'odore di muffa che fuoriesce da lì? E la tenda parla davvero? O è solo il sospiro del vento?

Ma Nicchio non pensa solo alla strana stanza. Ha una missione da compiere: entrare a fare parte dell'Orda Aborigena, una compagnia di suoi coetanei un po' rudi, ma tosti.

Ma Nicchio non ha solo la stanza e l'Orda, deve anche far fronte a due genitori un po' ansiosi, l'Elide e l'Oreste, la prof e l'ingegnere; e deve stare attento al signor Catarro e ad un certo punto anche alle Ombre Malvagie.
 E' un libro denso di cose che accadono, di personaggi che emergono con le loro particolarità. E' un libro di 350 pagine, scritto a piccolissimi capitoli che aiutano la lettura, che aprono interrogativi ad ogni pagina.

Mi ha ricordato Benni per la stravaganza dei personaggi e la loro eccessiva umanità, ma con in più la consapevolezza e la libertà del libro per ragazzi.

Nicchio è il classico bambino con la testa fra le nuvole, impacciato, pauroso, lettore accanito, l'anti-eroe per eccellenza che decide di mettersi alla prova (la meraviglia dei passaggi per entrare nell'Orda: decidere le tre paure più grandi e doverle affrontare fino alla fine).
 Kramsky scrive benissimo, i suoi dialoghi veloci ed essenziali, le descrizioni (quella della Terra delle Ombre su tutte) asciutte.
E poi la cura dei suoi personaggi, sarà che sempre più spesso mi succede di immedesimarmi nei genitori dei ragazzini di cui leggo, ma i genitori di Nicchio sono così veri e con vizi così tremendamente umani...

Nicchio non si trova, è perso nella Terra delle Ombre, ma loro non lo sanno e lo cercano per Sghimberlate, quando si incrociano con un ragazzino maleducato:

Calma, Elide, ci vuole pazienza coi i cervelli a unico neurone revisionato, senti come rimbomba a vuoto...” e gli affibbia un gran pugno di cortesia sul casco. Elide a sua volta, gli rifila per scusarsi un calcio sullo stinco. Lo scooterista riparte storto.
Di solito, le Prof non si comportano certo così, nel mondo di tutti i giorni. Gli Ingegneri tanto meno. A una mamma e a un papà che non sanno dov'è finito il loro figlio, può succedere.

Questo libro è un incrocio continuo di persone e di storie, c'è la paura come base di partenza (paura del nuovo, paura del pauroso, paura dell'amore, ecc.) su cui si intrecciano relazioni di personaggi in alcuni casi di cui sentiamo solo le parole.

E alla fine la famiglia di Nicchio scopre che non è poi così vero che a Sghimberlate l'unica cosa buona è la pizza (perché a anche questo pensiero non mi è nuovo?)

Un libro davvero bello, consigliato, come dice l'editore dai 12 ai 99 anni.
Valentina Pellizzoni 

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