20141006

MIMOSE A DICEMBRE di Maria Rosaria Valentini - KELLER editore recensione di Sara Merighi

MIMOSE A DICEMBRE di Maria Rosaria Valentini.  - KELLER editore
Mi capita di vederle più spesso nelle  città di provincia, sono in piccoli gruppi, le noto per le pettinature e per i colori dei capelli, tinture ed ossigenazioni un po' innaturali che da noi sono passate di moda.Sono donne che vengono dall'Ucraina , dalla Romania, emigrate in Italia per lavorare come badanti o come collaboratrici domestiche.

Nelle grandi città come Milano e Roma questi lavori sono svolti per la maggior parte da donne Filippine, organizzate in forti comunità , tutte imparentate.
Nelle città più piccole invece arrivano loro. Di solito sono donne  di mezza età, hanno lineamenti induriti, carattere chiuso, vengono da paesi in cui oltre a dover far fronte a difficoltà economiche sono,per tradizione, subordinate ai mariti che l'abitudine all'alcol rende violenti.
Il loro viaggio verso l'Italia e' forse meno pericoloso e traumatico di quello a cui si sottopongono coloro che vengono dall'Africa o dal Medio Oriente ma la solitudine e lo spaesamento sono molto simili.

Maria Rosaria Valentini, in "Mimose a Dicembre ", Keller Editore, ha voluto raccontare questa realtà. Non una storia di sfruttamento e violenza ma, forse attingendo anche ad un vissuto personale, una storia di spaesamento e resistenza, solitudine e sospensione in attesa di una propria vita.
Adriana, la giovane protagonista,arriva dalla Romania in Italia in autobus, spinta dalla povertà ma anche dalla speranza di trovare un amore e magari sposarsi.
Non  si imbatte in sfruttatori, anzi trova subito lavoro come badante presso un'anziana signora vivace e affettuosa, che la tratta come una figlia.
L'incontro con un giovane panettiere, inoltre, sembra attenuare la sua malinconia e solitudine.
Appena l'amante sparisce, però,  l'instabile equilibrio di Adriana crolla: senza amici, senza l'appoggio di una famiglia, di una comunità, senza un' educazione che le abbia dato gli strumenti per affrontare la vita ,la ragazza si perde.
La discesa e' lunga. Le persone che incontra non sono cattive, semplicemente sono concentrate a soddisfare i propri bisogni, scambiano i suoi silenzi per accondiscendenza, non si accorgono della sua paura e via via della sua disperazione.
Avviene un sovvertimento del regolare flusso della vita: le speranze, i desideri della giovane vengono subordinati alle esigenze dei vecchi, spegnendole  la voglia di vivere. 
Solo un'altra donna, anche lei inquieta e ai margini della vita, intuisce il suo disagio e suo modo tenta di salvarla.
Scritto con grande sensibilità, "Mimose a Dicembre" accorcia le distanze tra noi e queste donne che spesso ci vivono accanto.

Sara Merighi

Nessun commento:

Posta un commento