20141206

LA RAGAZZA DAI CAPELLI SCURI di P. K. Dick - Recensione di COSIMO ARGENTINA



Philip Dick ha vomitato sulle pagine di fantascienza almeno tre fantasmi della sua psiche instabile. 
Il fottuto genio non si è mai accorto che correndo verso le stelle stava andandosi a rintanare nelle 
pieghe della sua anima. I fantasmi che ha combattuto, ma alla fine omaggiato, sono stati i quattro 
matrimoni fallimentari e gli innumerevoli flirt andati male; l’orrore di essere sopravvissuto alla 
sorella gemella Jane nel ventre della madre (madre che non perdeva occasione per ricordargli 
che succhiando tutta la linfa vitale aveva ucciso la sorella); l’abuso di ogni tipo di droga, lisergia 
pura in un cervello già in fiamme. In tutti i suoi libri c’è una ragazza coi capelli neri, le sue mogli 
erano smilze spose bambine coi capelli neri e la pelle chiara, Jane, la sorellina morta era un 
essere minuscolo con tanti capelli neri e la pelle come neve. Le droghe gli facevano raggiungere 
mondi distopici dove gli scanner avevano occhi, orecchi e bocche e dove anche la lavatrice 
poteva diventare una minaccia. In Memorie di un artista di merda racconta la crisi coniugale e 
comunque in ogni romanzo c’è la feroce attenzione verso moglie jaghesche e ragazze dalla tripla 
personalità. Il libro La ragazza dai capelli scuri mette insieme discorsi sui mondi sconosciuti, 
le storie d’amore vissute e le numerose lettere che Dick inviava a ragazzine che cercavano di 
risollevarlo quando l’LSD e l’oppio lo stendevano su un tavolo da pre obitorio. Si innamorava 
ogni giorno, il buon vecchio Philip Kindred, e ogni volta scriveva alla madre arpia aprendole il 
suo cuore e spiegandole che questa volta, sì, questa volta è la ragazza giusta. Tra una confessione 
amorosa e l’altra, le raccontava dei suoi incubi, degli androidi che avrebbero colonizzato la terra, si 
sarebbero autoprodotti e avrebbero mandato affanculo l’uomo. Nei suoi discorsi pubblici ricordava 
sempre che lui era vivo e tutti i presenti erano morti. Morti inconsapevoli. Morti che continuavano 
a picchiare le mogli, mangiare roba chimica e ingrassare il portafogli. Lì, tra le stelle, qualcosa di 
malsano si stava materializzando e prima o poi ci sarebbe venuto a prendere. La salvezza? Manco a 
dirlo: una ragazza coi capelli neri, la pelle chiara e gli occhi innamorati.

Riferimenti:
La ragazza dai capelli scuri
di P. K. Dick
Fanucci

Recensione di :
Cosimo Argentina è nato a Taranto nel 1963 e dal 1990 vive in Brianza dove insegna Diritto nelle scuole superiori.
Ha esordito con il romanzo Il cadetto (Marsilio 1990)  a cui sono seguiti, tra gli altri, Bar Blu Seves (Marsilio 2002), Cuore di cuoio (Sironi 2004, Fandango 2010), Viaggiatori a sangue caldo (Avagliano 2005), Vicolo dell'acciaio (Fandango 2010), Per sempre carnivori (minimum fax 2012). Con Manni ha pubblicato nel 2008 Maschio adulto solitario.

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